>>i soli convegni promossi da AIAT
L’evento è organizzato congiuntamente dal CS e CTPI di CATANIA 2030, Lions International Distretto 108Yb, Università di Catania, Università di Palermo, Aidic e AIAT.
La transizione ecologica è priorità della Commissione Europea nel Green Deal per il quinquennio 2019-2024. Essa si concretizza in una nuova strategia d'economia circolare che mira a incrementare l'efficienza nell'uso delle risorse, renda l’Unione Europea a zero emissioni nette di gas serra dal 2050 e pienamente sostenibile.La Regione Sicilia, vede allontanarsi gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Unione Europea nella gestione dei rifiuti, registrando percentuali di raccolta differenziata ancora ampiamente al di sotto della media nazionale e persino degli obiettivi fissati per il 2012, con un ricorso ancora massiccio alla discarica come fonte prevalente di gestione. Un approccio integrato nella gestione dei rifiuti è ancora largamente incompiuto, anche se alcuni recenti segnali offrono qualche squarcio di speranza.
L’autosufficienza a livello regionale nella gestione dei rifiuti non può che partire da un modello di pianificazione che comprenda tutte le fasi del processo: dalla prevenzione alla raccolta, dalla selezione al riciclo con trattamento e valorizzazione termica, relegando lo smaltimento in discarica alla sola frazione residuale. È urgente acquisire una visione strategica a livello politico ed economico, rinunciando alle pericolose illusioni che portano sì a un immediato consenso, ma sono premessa per ritardi, inefficienze ed emergenze ripetute. Per rendere concreto sul territorio siciliano un nuovo ed esteso ciclo integrato dei rifiuti sono necessari modelli e buone pratiche da attuare integrando le tecnologie opportune. Soluzioni efficaci alla gestione dei rifiuti sono già comprovate in molte realtà del territorio nazionale, tuttavia l'applicazione del processo di gestione dei rifiuti al contesto siciliano, che ha sue peculiarità sociali e culturali, dev'essere tradotta con le necessarie cautele.
Lo scopo del Convegno è quello di stimolare un dibattito consapevole tra gli stakeholders e avviare un confronto tra le parti per garantire un percorso chiaro, definito e consapevole verso il ruolo strategico del recupero energetico - in tutte le sue forme - per la piena sostenibilità ed autosufficienza nella gestione dei rifiuti siciliani. L’Associazione Ingegneria Ambiente e Territorio (AIAT) insieme all’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica (AIDIC), alle Università degli Studi di Catania e Palermo, ha pertanto riunito rappresentanti istituzionali, del mondo economico, della ricerca, della società civile, dell’imprenditoria e studenti per confrontarsi sullo stato attuale del ciclo dei rifiuti in Sicilia, sui suoi limiti e prospettive, e sulla sostenibilità degli interventi previsti nel nuovo piano regionale siciliano a diversi mesi dalla sua entrata in vigore focalizzando sull’esigenza del riconoscere anche politicamente, laddove la scienza lo ha già ampiamente sancito, che recupero di materia ed energia non sono antagonisti ma attori sinergici in una gestione veramente sostenibile del rifiuto che porti finalmente, anche in Sicilia, la discarica ad un ruolo residuale - esattamente il contrario di quanto continua ad accadere oggi. Il convegno mira anche ad informare compiutamente la comunità sui falsi miti che vengono sistematicamente proposti per contrastare la termovalorizzazione del rifiuto residuale lasciando la Sicilia tra le poche ma più popolose regioni in Italia in perenne carenza di impianti per la gestione sostenibile del rifiuto che residua dal complesso della attività di riciclo con il rischio sempre più ineluttabile di trasporto fuori regione e conseguente aggravio di costi per l’ambiente e per le tasche dei contribuenti.
L’evento è organizzato congiuntamente da CS e CTPI di CATANIA 2030, ICESP, ENEA, Università di Catania e AIAT.
A supporto delle strategie per il Piano di azione sull’Economia Circolare e dei futuri finanziamenti sul tema, la Commissione Europea nel 2017 ha lanciato tra le iniziative di approfondimento e di consultazione degli stakeholder la Piattaforma Europea degli stakeholder sull’economia circolare (European Circular Economy Stakeholder Platform – ECESP), al fine di superare le attività settoriali ed evidenziare le opportunità intersettoriali tramite un punto di incontro dove le parti interessate possono contribuire alla transizione circolare dei modelli di produzione e consumo e delle città, nel quadro del processo di ripresa e resilienza, collegando le iniziative esistenti e sostenendo l'economia circolare a livello nazionale, regionale e locale. ENEA è stata selezionata nel Gruppo di Coordinamento di ECESP in qualità di rappresentante del mondo della ricerca e, sulla base di questo incarico di durata triennale, è stato chiesto di svolgere la funzione di Hub nazionale per l’economia circolare. Per questo ENEA ha promosso la realizzazione di una interfaccia nazionale di ECESP, attraverso l’istituzione della piattaforma mirror “Italian Circular Economy Stakeholder Platform - ICESP” (maggio 2018). ICESP ha l’obiettivo di creare un punto di convergenza nazionale sulle iniziative, le esperienze, le criticità, le prospettive e le aspettative sull’economia circolare che il sistema Italia vuole e può rappresentare in Europa con un’unica voce, promuovendo il modo italiano di fare economia circolare (The Italian way for circular economy). Tra le principali iniziative di ICESP vi è la raccolta e valorizzazione di Buone Pratiche di Economia Circolare, sviluppate dagli stakeholder del territorio nazionale, impegnati in percorsi orientati alla chiusura dei cicli ed alla prevenzione e valorizzazione delle risorse ad ogni livello della catena del valore, nella realizzazione di nuovi modelli di business e progettazione nei sistemi industriali, urbani e territoriali. Ciò al fine di favorire la conoscenza e la diffusione delle eccellenze ed il modo italiano di fare economia circolare e promuovere una proficua replicabilità/adattamento dei casi di successo già numerosi nel nostro Paese. I risultati derivano dalla consultazione con principali attori coinvolti nei 7 Gruppi di Lavoro (GdL) di cui ICESP si compone. Sono circa 260 le organizzazioni che partecipano ai GdL, con più di 800 esperti, provenienti da istituzioni pubbliche (locali e nazionali), imprese e associazioni di categoria, mondo della ricerca, società civile (www.icesp.it). Giunta al quarto anno di attività, la piattaforma rappresenta una consolidata realtà di riferimento e confronto sul tema, riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Nel documento delle priorità per un’agenda strategica di economia circolare, la comunità ICESP ha evidenziato criticità e potenziali soluzioni. Per chiudere il ciclo dell’economia circolare occorre lavorare sugli strumenti che possono dare certezza agli operatori relativamente alla qualifica di sottoprodotto dei residui di produzione che essi generano e alla cessazione della qualifica di rifiuto al termine di un processo di recupero, affinché tali materiali possano effettivamente tornare sul mercato. In tale contesto, l’implementazione di nuovi modelli come la simbiosi industriale rappresenta una via efficace per la chiusura dei cicli e la transizione all’economia circolare. Il convegno ha l’obiettivo di evidenziare buone pratiche, casi di successo e proporre modelli positivi e riproducibili in un dibattito/confronto con le aziende, istituzioni e gli enti autorizzatori.
L’evento è organizzato congiuntamente dal Comitato Scientifico e dal Comitato Tecnico dei Portatori di Interesse di CATANIA 2030, Confindustria Siracusa, Confindustria Catania, Sicindustria Messina, Sicindustria Caltanissetta, Università di Catania, Rotary Distretto 2110 Sicilia e Malta e AIAT. Il tema centrale dell’evento è definire le traiettorie, possibili, per il mondo industriale siciliano, necessarie a coniugare l’esigenza prioritaria di decarbonizzazione e lotta al cambiamento climatico con una transizione ecologica ed energetica che sia realmente sostenibile, e che non produca danni irreparabili al tessuto produttivo con riduzione complessiva di competitività del sistema paese.
La transizione ecologica corrisponde alla prima priorità, nell’ambito delle 6 previste della Commissione Europea per il quinquennio 2019-2024 e si concretizza nel Green Deal europeo - una nuova strategia di crescita mirata a trasformare l'UE in una società giusta e prospera, dotata di un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse. A che punto siamo nella Regione Sicilia? Il convegno affronta il percorso che dovranno affrontare le aree industriali della regione Sicilia nell’ambito della più ampia strategia di sostenibilità integrata del mondo industriale che vede oltre che la componente ambientale anche le due componenti sociale ed economica quali basi per una transizione energetica sostenibile in antitesi con una poco definita e quindi ambigua “decrescita felice”, che prevede incautamente una presunta deindustrializzazione di aree oggi certamente cruciali per il sostentamento energetico nazionale. E ciò anche a causa di un dibattito ambientalista “emotivo” che risulta spesso scollegato dai fondamenti scientifici.
Ma occorre avere un approccio organico e pragmatico in grado di conciliare la tutela degli ecosistemi con il benessere delle persone valutando necessità e opportunità piuttosto che una asettica idea di “sviluppo sostenibile” che sottovaluti i costi sociali di un passaggio troppo repentino e traumatico da una fonte con alta densità energetica (la fossile) a fonti con diluita densità energetica (le rinnovabili). Non si può poi oggi trascurare la grave crisi economica esasperata prima dalla pandemia e ora dalla guerra in Ucraina, uno scenario complesso e imprevedibile nel quale si inserisce ancora più a fatica la sfida già in corso per rendere l’industria tutta - in particolare quella petrolchimica - sostenibile da punto di vista ambientale attraverso riconversioni e ristrutturazioni che sono chiaramente pesanti e molto impegnative.
Ormai da diversi anni, il settore sta attraversando un periodo di recessione che ha portato al ridimensionamento di alcuni impianti, interessando anche le aziende più grandi e questo si può tradurre in una crisi complessa di vasta dimensione. La normativa europea penalizza dal punto di vista economico, le aziende italiane perché queste sono costrette a sostenere pesanti oneri per le emissioni della CO2, la cosiddetta Carbon Tax, che non è presente negli altri continenti. All’inizio del 2019 la Carbon Tax era inferiore ai 30 euro per tonnellata di CO2, alla fine del 2021 la cifra raggiungeva già i 60 euro, con un prezzo quindi più che raddoppiato. Il rischio è che se aziende, sindacati, componenti sociali e rappresentanti politici non marceranno nella stessa direzione, le multinazionali oggi operanti presso il territorio siciliano, senza possibilità di essere aiutate nella transizione energetica, decideranno di delocalizzare in paesi più flessibili. Per continuare a garantire alle stesse condizioni la domanda futura, c’è bisogno di disporre investimenti importanti in un contesto come quello attuale che inizia a mettere in discussione la sostenibilità finanziaria dei progetti oli & gas sul raggiungimento degli obiettivi internazionali. Ne è chiaro indice la firma del protocollo d’intesa per istituire l’Area di crisi industriale complessa del Polo petrolchimico di Siracusa. Ma questo passo non sarà sufficiente se la filiera della petrolchimica continua a rimanere ingiustamente esclusa dai fondi del PNRR. Per questi motivi alcune delle principali aziende dei poli industriali siciliani hanno progettato dei piani d’azione al fine di riconvertire la propria produzione e renderla più sostenibile. Le aziende sono quindi pronte ad andare avanti in questa transizione energetica, hanno le tecnologie, continuano a fare ricerca su altre possibili risorse energetiche, ma hanno bisogno d’aiuto da parte delle istituzioni.
Il convegno e la tavola rotonda, dedicati all’argomento a CATANIA 2030, tenteranno di porre l’accento su quella che si propone ormai come una sfida senza precedenti che l’intero pianeta sta affrontando. Nessuno può negare quanto sia importante farsi trovare pronti per garantire alle prossime generazioni un futuro sostenibile e migliore. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Il punto cruciale è come e quanto è sostenibile.
L’evento è organizzato congiuntamente da CS e CTPI di ECOMED - PROGETTOCOMFORT, Gruppo Gestione Impianti Trattamento Acque in Sicilia, BIOREAL, Università di Catania e AIAT con il patrocinio del Commissario Straordinario Unico per la Depurazione. I servizi pubblici del settore idrico, stanno costituendo il motore dell'innovazione tecnologica nelle aziende che curano i servizi nelle ns. città, investendo sempre di più per abitante servito.
QUASI 1,4 MILIARDI DI EURO I FINANZIAMENTI EROGATI DAL REACT EU E DAL PNRR PER LA RIDUZIONE DELLE PERDITE IDRICHE: ULTIMA CHIAMATA PER IL SERVIZIO IDRICO DEL SUD ITALIA?
In termini di consumi, il settore idrico italiano può dirsi caratterizzato da un divario tra Nord e Sud. Il Nord del Paese registra i più alti livelli di consumo d’acqua; ciò è dovuto al fatto che la maggior parte delle attività industriali sono presenti in quest’area. Per quanto concerne le dotazioni infrastrutturali di rete fognaria e acquedottistica, il Paese mostra, invece, abbastanza omogeneità sul territorio, anche se si deve considerare che la maggior parte dei comuni privi di rete fognaria si trova nell’area del Mezzogiorno. Il divario territoriale si manifesta però maggiormente per quanto concerne il campo dell’efficienza. Infatti, la percentuale di dispersione idrica varia molto a differenza della zona, alcuni comuni del Sud disperdono in percentuale più del doppio di quelli del Nord. Il 96% circa della popolazione residente nelle Isole abita in province con perdite pari ad almeno il 45% contro il 4% del Nord-ovest. Secondo l’ultimo studio dell’ISTAT ciò ha comportato misure restrittive serie nella distribuzione idrica. A Catania la distribuzione dell’acqua è stata ridotta per fascia oraria per sei giorni nel mese di luglio. A Palermo l’erogazione dell’acqua è stata sospesa nell’arco dell’anno, per 183 giorni, per fascia oraria, soprattutto nelle ore notturne, per consentire il riempimento delle vasche di alimentazione della rete di distribuzione, coinvolgendo l’11,1% dei residenti. A Caltanissetta il 20,8% dei residenti è stato sottoposto a una riduzione o sospensione nell’erogazione dell’acqua per complessivi 211 giorni. A Ragusa si è fatto ricorso a turni di erogazione o sospensione dell’acqua per 75 giorni in alcune zone della città, interessando il 13,9% dei residenti. Le situazioni più critiche ad Agrigento e Trapani, dove l’erogazione dell’acqua è stata sospesa o ridotta in tutti i giorni dell’anno, con turni diversi di erogazione estesi a tutta la popolazione residente.
I dati mostrano che la motivazione principale della dispersione idrica è da ricercarsi nella carenza di investimenti. L’Italia investe molto al di sotto del livello ottimale e ciò nel tempo ha portato ad avere impianti vetusti ed inefficienti.
Ad affrontare tale situazione arriveranno nel quadriennio 2022-2026 circa 1,4 miliardi € tramite i due programmi denominati REACT EU (Fondi del Piano Operativo Nazionale Infrastrutture e Reti 2014-2020) e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Avviso M2C4 – I4.2. Di questi investimenti “a fondo perduto”, circa 830 milioni € sono stanziati per le Regioni del Sud Italia e dovrebbero consentire di attenuare l’inefficienza nella dispersione idrica senza un aumento tariffario per i cittadini.
La sfida di questi investimenti epocali vede sullo sfondo numerose realtà ancora non preparate, con strutture esigue o spesso con aziende (e talvolta ancora realtà comunali) non ancora affidatari del servizio da parte di Autorità d’Ambito locali, talvolta anch’esse non ancora definite ed operative. A causa di queste criticità molte aree di regioni come Sicilia e Calabria sembrano perdere l’ennesima occasione di riscatto. Altri territori invece, in particolare in Campania, Puglia, Basilicata ed in alcune aree della Sicilia, gestiti da aziende che hanno svolto un approccio industriale ed aggregativo, in linea coi dettami normativi e regolatori, sembrano avere l’occasione giusta per aumentare la qualità del Servizio fornita ai cittadini, in risposta anche alle esigenze di Qualità Tecnica richieste da ARERA grazie alle progressive delibere di regolazione negli ultimi 4 anni.
Il convegno si pone l’obiettivo di analizzare lo stato attuale del Servizio, grazie ad un confronto costruttivo tra le Utilities dei diversi territori, ma soprattutto di fornire esempi positivi di Gestori e supporti fattivi di Technology Providers per superare il gap dell’efficienza di trasferimento della risorsa idrica nell’intero territorio nazionale ed in particolare nel Sud del Paese.
L’evento è organizzato congiuntamente dal CS e CTPI di CATANIA 2030, Commissario Unico per la Bonifica delle Discariche Abusive, REMTECH EXPO, Università di Catania e AIAT.
Il tema centrale dell’evento i nuovi approcci sostenibili agli interventi di bonifica e le priorità degli interventi anche alla luce delle prospettive aperte dai prossimi fondi del PNRR e Next Generation EU. Il tema delle bonifiche dei siti inquinati è uno degli aspetti principali di molti processi di rigenerazione del territorio, non solo in ambito industriale ma anche agricolo ed urbano. Nonostante se ne continui a dibattere in numerosi contesti, dopo una prima e forte accelerazione con grande dispendio di fondi per studi, analisi e procedure di caratterizzazione, le azioni di bonifica vera e propria scontano oggi ingenti ritardi che non appaiono giustificati da reali difficoltà tecnologiche ma piuttosto legati alla erronea percezione della bonifica dei siti contaminati come un rischio in termini di costi e tempi con conseguente disincentivazione dei necessari investimenti. Per garantire un’azione continua ed efficace è necessario un salto culturale basato sul presupposto che rigenerare il territorio, a partire da suoli e falde contaminate, sia una chiave irrinunciabile dello sviluppo di tutto il Paese. Come pure riuscire a mantenere una concreta rigenerazione per quei siti operativi che già da oltre un decennio operano in modalità di MISO (Messa In Sicurezza Operativa) secondo il DLgs 152/06. Accanto alla nota complessità normativa e amministrativa, il tema delle bonifiche soffre inoltre di una spettacolarizzazione degli effetti negativi, associata a una comunicazione poco efficace e ad una scarsa conoscenza dello stato di avanzamento della tecnologia unita spesso ad una miope applicazione delle norme di intervento nell’ambito del complicato processo amministrativo. Di conseguenza occorre anche attrezzare il sistema per eliminare gli ostacoli che nel rapporto tra pubblico, privati e cittadini impediscono ogni giorno di passare da propositi e proclami ad azioni che possano effettivamente dare vita al processo di rigenerazione, creare sviluppo, occupazione e maggiore fiducia nella popolazione nell’interesse delle comunità coinvolte.
L’evento è organizzato congiuntamente da CS e CTPI di ECOMED - PROGETTOCOMFORT, Gruppo Gestione Impianti Trattamento Acque in Sicilia, Università di Catania e AIAT con il patrocinio del Commissario Straordinario Unico per la Depurazione. I servizi pubblici del settore idrico, stanno costituendo il motore dell'innovazione tecnologica nelle aziende che curano i servizi nelle ns. città, investendo sempre di più per abitante servito.
Nel servizio depurazione, la minimizzazione dei fanghi ha ormai fatto il suo progresso scientifico e sta ai progettisti inserirla nelle opere di adeguamento e potenziamento degli impianti di trattamento per consegnare ai gestori le innovazioni ormai note.
Sebbene ormai si stiano diffondendo tecnologie per ridurre il tenore in sostanza secca dei fanghi di depurazione, dopo la fase di disidratazione meccanica, resta ancora un grosso problema da risolvere per l’ultimo miglio dei fanghi di depurazione delle acque reflue civili dopo la loro disidratazione ormai sempre piu’ meccanica ed energeticamente efficiente. Impianti a serre solari, bioessiccamento ed essiccamento termico a bassa temperatura sono tecnologie già applicabili a seconda degli spazi disponibili e dei quantitativi annui da trattare in singoli impianti o in hub centralizzati per più piccoli impianti.
In uno scenario dove ancora da alcuni anni non si concretizza il tanto atteso aggiornamento normativo sui fanghi di depurazione, mancano tecnologie diffuse in larga scala per evitare di conferire i fanghi essiccati anche sino ad oltre l’80% in sostanza secca, nei pochi centri di compostaggio disponibili o nelle discariche con sempre piu’ limitata capacità di ricezione annua, ed entrambi con criticità sempre piu’ crescenti a causa dei limiti normativi richiesti per accedere.
Tali limiti normativi richiesti per l’accesso hanno fatto lievitare i costi dei controlli analitici sui fanghi senza assicurare che concretamente ci sia un sito che li possa ricevere, nel rispetto della prossimità dei luoghi di produzione! E’ necessario pertanto che le soluzioni le trovino i gestori del SII all’interno dei loro siti.
L’intensificazione dei processi con nuove tecnologie è pertanto la soluzione per il futuro, per meglio tutelare l’ambiente è recuperare materia ed energia dai fanghi di depurazione. Il conferimento dei fanghi, rappresenta una sempre piu’ importante voce di costo gestionale che negli ultimi 4-5 anni ha visto stravolte o impedite le modalità di conferimento.
Il tutto riuscendo a superare ostacoli dettati dalle lungaggini autorizzative che frenano la tempestiva realizzazione degli interventi, soprattutto quando sono coinvolti più enti competenti nell’autorizzare in AIA un sito per il trattamento di rifiuti.
L’evento è organizzato congiuntamente dal CS e CTPI di CATANIA 2030, Università di Catania (Dipartimenti Di3A, DICAR, DIEEI) e AIAT.
Ad ormai un mese dall'invasione la crisi russo-ucraina apre un'importante questione dal punto di vista energetico per tutta l’Europa e, in particolare, per l’Italia che dipende per più del 40% dalle forniture di Mosca. Il governo ha subito disposto misure di emergenza che però riaprono ad un futuro almeno ancora parzialmente basato sui combustibili fossili.
Durante l’informativa alle Camera dei deputati sulla guerra in Ucraina, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affermato che è stato “imprudente non aver differenziato maggiormente le nostre fonti di energia” e che sull’ipotesi dell’acquisto di gas liquefatto dagli Stati Uniti “la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori in funzione”. l’Italia ha bisogno di un piano per la sicurezza energetica, che ci affranchi dall’importazione energetica da Paesi a rischio ed il fatto che, ancora oggi e più di ieri, dipendiamo dal gas russo che passa dal gasdotto ucraino è un elemento di insicurezza del nostro Paese. In questo la mancata diversificazione energetica è responsabilità delle stesse forze politiche che hanno governato il Paese negli ultimi trent’anni.
Grazie alle rinnovabili, all’efficientamento e alla riduzione dei consumi, all’utilizzo, in un processo di transizione sostenibile, di tutte le energie a breve tempo disponibili, l’Italia potrebbe dimezzare la dipendenza dalla fornitura russa entro il prossimo inverno, senza ricorrere a nuove implementazioni di gas o carbone. Il tutto con un risparmio complessivo in bolletta di ben 14,5 miliardi.
Per far fronte a questo fabbisogno è però importante sviluppare soluzioni che non incidano significativamente sull’ambiente. Sviluppando all’interno del territorio e soprattutto delle città il concetto di resilienza energetica si favorirà l’adozione di fonti rinnovabili per la produzione di energia, insieme ad un significativo risparmio sui consumi e ad un occhio di riguardo verso la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica. La resilienza energetica prevede il coinvolgimento di tutta la comunità in un percorso di rigenerazione urbana e territoriale che ha come focus il miglioramento dei consumi di energia elettrica e l’utilizzo di fonti rinnovabili. Per fare ciò è necessario sviluppare tecnologie innovative ma soprattutto ampliare l’utilizzo di quelle esistenti.
La resilienza energetica è una strategia concepita per garantire forniture energetiche stabili ed evitare interruzioni alle attività commerciali e ai servizi pubblici. L’instabilità delle forniture energetiche può influenzare settori vitali quali produzione, trasporti, assistenza sanitaria e istruzione. Questo rende la resilienza energetica fondamentale per le attività economiche, specialmente quando la vita delle persone potrebbe essere a rischio. La resilienza energetica aiuta anche le aziende a proteggersi dalla volatilità dei prezzi e dalle fluttuazioni nell’approvvigionamento. In quest’ottica la resilienza energetica è fondamentale per assicurare la continuità delle attività e ridurre il rischio d’impresa.
La dipendenza dai combustibili fossili sta diventando sempre più costosa, perché i governi stanno introducendo legislazioni volte a ridurre le emissioni. L’adozione di provvedimenti intesi a mitigare questi rischi finanziari – per esempio rendendo le strutture e le operazioni di un’azienda più efficienti dal punto di vista energetico, o introducendo le energie rinnovabili nel proprio portafoglio – costituisce una strategia di resilienza energetica. Ecco perché la resilienza aziendale e la sostenibilità sono così strettamente intrecciate: le aziende devono adattarsi al mercato che cambia per poter sopravvivere. Questo adattamento deve includere la transizione verso l’energia pulita e processi di produzione sostenibili.
Ideata dal Comitato Scientifico di Catania 2030 e dal gruppo di lavoro su Plastic Free Waters dell’IYFR, in partnership con l’Università Politecnica di Atene, l’Università di Catania, il Rotary Distretto 2110 Sicilia e Malta, e AIAT la conferenza internazionale “The future of the Oceans: rethinking plastics management” ci condurrà nei diversi angoli e mari del mondo per parlare di gestione sostenibile della plastica e dell’impatto della sua attuale gestione sugli oceani.
Grazie a relatori e ricercatori di alto profilo provenienti da importanti Università europee, a Catania 2030 - Green Expo del Mediterraneo si affronterà a 360° il problema della cattiva gestione della plastica, la conseguente presenza di micro e nanoplastiche in mare e nelle forme di vita acquatica – anche quelle destinate al consumo - e i conseguenti rischi per la salute. Saranno illustrate le azioni da intraprendere con urgenza e confrontate criticamente le soluzioni tecnologiche ad oggi disponibili senza trascurare l’importanza delle campagne di sensibilizzazione e informazione. Il tutto senza criminalizzare ottusamente la plastica e i suoi innumerevoli benefici.
Conceived by the Scientific Committee of Catania 2030 and the IYFR's Working Group on Plastic Free Waters, in partnership with the Polytechnic University of Athens, the University of Catania, Rotary district 2110 Sicily and Malta, and AIAT (Italian National Association of Environmental Engineering) the international conference "The future of the Oceans: rethinking plastics management" will lead us to the different corners and seas of the world to talk about sustainable plastic management and the impact of its current management on the oceans.
Thanks to high-profile speakers and researchers from important European universities, catania 2030 - Green Expo of the Mediterranean will tackle at 360 ° the problem of plastic mismanagement, the consequent presence of micro and nanoplastics at sea and in aquatic life forms – even those intended for consumption – and the consequent health risks.
Actions to be taken urgently and critical comparisons of the technological solutions available to date will be illustrated without neglecting the importance of awareness-raising and information campaigns. All without obtusely criminalizing plastic and its countless benefits.
Per le regioni del Bacino del Mediterraneo, già esposte a stress idrico, si prevedono in futuro pressioni crescenti dovute al cambiamento climatico ed alle pressioni antropiche, tali da influenzare negativamente la produttività delle colture (EEA, 2017) e contribuire ai fenomeni di desertificazione già in atto. La gestione razionale e sostenibile della risorsa idrica rappresenta un elemento imprescindibile per ogni possibile strategia di contrasto a tali fenomeni, a vantaggio soprattutto del settore agricolo, caratterizzato da una elevata intensità idrica e da una elevata vulnerabilità ai cambiamenti climatici ed al verificarsi di eventi metereologici estremi, come siccità e inondazioni.
Negli ultimi 5 anni gli investimenti pianificati nella gestione del ciclo integrato dell’acqua, distribuzione, depurazione, fognatura si sono moltiplicati. E’ però a tutti evidente come specialmente al Sud sia necessaria un accelerazione negli investimenti per far fronte a un sistema infrastrutturale vecchio con perdite in rete, per fare un esempio, che restano altissime, con punte del 51%. Pesano i tempi lunghi per le autorizzazioni, le difficoltà di applicazione del codice appalti, l’esigenza di rivedere progetti spesso carenti per competenze tecniche che spesso non sono aggiornate. Le principali infrastrutture idrauliche, grandi dighe e adduttori, sono anch’esse ormai vetuste. L’invecchiamento e l’interrimento hanno ridotto il volume accumulabile. Appaiono, e molto, gli effetti della scarsa o assente manutenzione che comportano sempre forti aggravi dei costi d'esercizio e abbreviano, anche sensibilmente, la vita utile delle opere. Per utilizzare al meglio le risorse economiche necessarie alla manutenzione, al completamento e alla realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche è necessario, specialmente in Sicilia, una accurata programmazione degli ulteriori interventi che, sommati ai numerosi già attivati dalla Regione, dovranno trovare una necessaria condizione di equilibrio tra acqua pubblica e acqua privata, e tra consapevolezza del pubblico e accettazione sociale, in un processo di coinvolgimento che possa condurre ad una piena coscienza dei "pro" e dei "contro" legati alla presenza e alla necessaria realizzazione di nuove opere sul territorio.
Nel corso dell’evento, organizzato congiuntamente REGIONE SICILIANA (AUTORITÀ DI BACINO e DAR) – ENEA - Commissario Straordinario Unico per la Depurazione – ENEA - Università di Catania - CS e CTPI di CATANIA 2030 – AIAT, saranno affrontati gli aspetti connessi alla gestione razionale della risorsa idrica in accordo con principi di economia circolare, evidenziando in particolare gli interventi di contrasto messi in campo da parte della Regione Sicilia, le opportunità offerte dal PNRR e le attività condotte da parte del Commissario Straordinario Unico alla Depurazione.
L’evento è organizzato congiuntamente dal Comitato Scientifico e dal Comitato Tecnico dei Portatori di Interesse di CATANIA 2030, Confindustria Siracusa e Confindustria Catania, Università di Catania e AIAT.
Il tema centrale dell’evento sarà la decarbonizzazione e l’inversione del cambiamento climatico con una rassegna degli effetti delle politiche e il ventaglio delle azioni da intraprendere a tutte le scale.
Idrogeno, CCSU (Carbon Capture, Storage end Utilization), biometano, efficientamento energetico, LCLF (Low Carbon Liquid Fuels), bioraffinerie e repowering degli impianti FER esistenti, sono gli ingredienti irrinunciabili di un piano di ripresa che possa essere volano di ripartenza per una transizione energetica che punta al raggiungimento del net zero emissions al 2050.
I fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potranno costituire la leva per importanti investimenti che porteranno benefici economici già nel breve periodo. Il tutto in un percorso ben indirizzato nell’ambito della più ampia strategia di sostenibilità integrata del mondo industriale che vede oltre che la componente ambientale anche le due componenti sociale ed economica quali basi per una transizione energetica sostenibile in antitesi con una poco definita e quindi ambigua “decrescita felice”, che prevede incautamente una presunta deindustrializzazione di aree oggi certamente cruciali per il sostentamento energetico nazionale. E ciò a causa di un dibattito ambientalista “emotivo” che risulta scollegato dai fondamenti scientifici. Alle imprese siciliane, in particolare, è richiesta una maggiore ambizione nella trasformazione e nello sviluppo di nuovi modelli di business che potranno portare un valore aggiunto all’intera nazione, anche qui non solo in termini di sostenibilità ambientale, ma anche di ricadute positive sull’occupazione e sulla competitività dell’intero sistema industriale.
Il convegno e la tavola rotonda di CATANIA 2030 dedicati all’argomento tenteranno di porre l’accento su quella che si propone ormai come una sfida senza precedenti che il pianeta sta affrontando. Nessuno può negare quanto sia importante farsi trovare pronti per garantire alle prossime generazioni un futuro sostenibile e migliore. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Il punto cruciale è come. Bisognerà avere un approccio organico e pragmatico in grado di conciliare la tutela degli ecosistemi con il benessere delle persone valutando necessità e opportunità piuttosto che una asettica idea di “sviluppo sostenibile” che sottovaluti i costi sociali di un passaggio repentino da una fonte con alta densità energetica (la fossile) a fonti con diluita densità energetica (le rinnovabili).
L’evento è organizzato congiuntamente da SUN (Symbiosis User Network), ENEA, Università degli Studi di Catania, AIAT, CS e CTPI di CATANIA 2030.
Il Green Deal europeo sosterrà la transizione ecologia in tutti i settori con l’ambizione di creare un’economia sostenibile e circolare. Il nostro Paese ha raccolto la sfida ed ha posto al centro dell’agenda di governo una transizione che impone la riprogettazione di processi di produzione, dei sistemi di distribuzione e dei modelli di consumo. La transizione è un’opportunità di crescita, che vede protagonista il settore industriale e, in questo contesto, è fondamentale che il sistema-Paese sappia promuovere e favorire l’innovazione metodologica e tecnologica e la progettazione sostenibile e circolare anche attraverso l’implementazione sistemica della simbiosi industriale. La simbiosi industriale costituisce una pratica strategica per ottenere risultati vitali alla competitività e all’efficienza del sistema paese: prevenzione della produzione di rifiuti dalle filiere produttive, ottimizzazione delle risorse, competitività e sostenibilità del sistema industriale e territoriale. Vista a livello sistemico, la simbiosi industriale non è solo una pratica, ma un insieme di relazioni complesse tra i molti attori coinvolti che possono a loro volta agevolare nuove sinergie, economie di scala, aumentare la cooperazione produttiva e organizzativa su più fronti. L’evento vuole essere una occasione per confrontarsi su casi concreti di simbiosi industriale con dettaglio degli aspetti operativi, procedurali, economici ed ambientali, anche con riferimento ai potenziali di decarbonizzazione, sugli standard tecnici e/o operativi e sugli strumenti a supporto sia della implementazione sia degli investimenti per la simbiosi industriale.
Le future esigenze normative e le opportunità offerte dall’attuale contesto economico, impongono un cambio di paradigma nel settore della depurazione delle acque reflue municipali, al fine di provvedere al necessario adeguamento infrastrutturale e, soprattutto, alla transizione verso modalità gestionali in grado di garantire la sostenibilità economica, ambientale ed energetica, in ottica di chiusura dei cicli.
ll servizio idrico e, più in generale, i servizi pubblici, possono costituire il motore dell'innovazione in città sempre più “smart”. Le potenzialità di applicazione delle innovazioni nel settore idrico sono rilevanti, a partire dagli impieghi volti a migliorare la conoscenza delle infrastrutture e al loro efficientamento, fino agli aspetti legati alla tutela delle risorse naturali, all'efficienza energetica, alla salvaguardia ambientale. “L'Internet of Things e la rivoluzione dell'Industria 4.0 rappresentano un’opportunità importante in particolare per la realizzazione e la gestione degli impianti di depurazione del futuro che dovranno mirare sempre di più ad un obiettivo di autosufficienza energetica in ottica di decarbonizzazione e al riutilizzo pieno e sostenibile della risorsa idrica fino all’obiettivo “scarico zero”. Serve tuttavia un forte impegno da tradurre in azioni concrete per sostenere l'innovazione, formare gli operatori e rimuovere gli ostacoli al cambiamento sfruttando appieno tutte le potenzialità offerte dagli interventi del Commissario Straordinario per la Depurazione e dal PNRR. Nuove sfide sono rappresentate dal cambiamento climatico, dalla competizione sull'impiego della risorsa idrica, dalla attenzione ai contaminati emergenti e – presto - alle micro e nanoplastiche nelle acque; per affrontarle, servono investimenti in innovazione tecnologica e, conseguentemente, strumenti finanziari adeguati, agevolazioni e/o defiscalizzazioni che non seguano una logica estemporanea ma che si inseriscano in una strategia nazionale di medio-lungo periodo per garantire investimenti ‘qualificati' di operatori virtuosi, a tasso zero, con restituzione dell'importo attraverso un giusto riconoscimento in tariffa. Il tutto superando ostacoli antichi a partire dalle lungaggini autorizzative che frenano la tempestiva realizzazione degli interventi, soprattutto quando sono coinvolti più enti competenti.
Nel corso dell’evento, organizzato congiuntamente dal CS e CTPI di CATANIA 2030, ENEA, Università di Catania e AIAT, sarà affrontato il tema del nuovo ruolo della depurazione delle acque per la transizione ecologica ed energetica e la mitigazione del cambiamento climatico, discutendo di tecnologie avanzate e nuovi approcci gestionali.
Termovalorizzatore o discarica? Economia circolare o discarica sostenibile? Si può continuare veramente a porsi di fronte a scelte da fede calcistica, spesso dettate da ignoranza totale di quanto si osteggia o non è il momento di documentarsi attraverso un approccio scientifico, chiaro e completo?
La conferenza internazionale “What do you really know about waste and health: the risks of the NIMBY Syndrome” ci porterà dentro al vastissimo tema del rapporto tra rifiuti e salute, un campo minato nel quale il rischio saltare in aria su una fake news è altissimo con conseguenze letali per la comprensione della realtà dei fatti e la libertà di scelta consapevole.
L’incontro è ideato dal Comitato Scientifico di Catania 2030, in partnership con l’Università Politecnica di Atene, l’Università di Catania, il Comitato Interdisciplinare Rifiuti e Salute (CIRS) e l’Associazione nazionale di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (AIAT).
I relatori internazionali ci condurranno nel confronto tra le diverse alternative di gestione dei rifiuti prendendo esempio dalle migliori esperienze di gestione a livello mondiale. Attraverso una riuscita fusione tra il mondo dei tecnici, dei gestori di impianti, dei ricercatori e il mondo della medicina - quella vera -si comprenderà quanto delle paure più diffuse è realmente fondato, quanto è strumentale e quali rischi effettivi quelle stesse paure paradossalmente comportano portando sempre più spesso e sempre più imprudentemente a rifiutare impianti necessari e sicuri
Waste-to-energy plant or landfill? Circular economy or sustainable landfill? Can we really continue to face rigid and hypocritically alternative choices of “football faith”, often dictated by total ignorance? or it is not the time to get a clear knowledge of the different but complementary options and related issues through a scientific, robust and holistic approach?
The international conference "What do you really know about waste and health: the risks of the NIMBY Syndrome" will bring us into the broad but still little explored issue of the relationship between waste and health, a minefield in which the risk of blowing up on fake news is very high with lethal consequences for understanding the reality of the facts and freedom of conscious (political) choice. The Conference is organized by the Scientific Committee of Catania 2030, in partnership with the Technical University of Athens, the University of Catania, the Italian Interdisciplinary Committee on Waste and Health (CIRS) and the Italian Association of Engineer for Environment and Territory (AIAT). Prestigious international speakers will lead us through a comparison between the different waste management alternatives showing the best management experiences in the world. Through a successful fusion between the world of technicians, plant operators, researchers and the world of medicine we will understand how much of the most widespread fears is really founded, how instrumental are some fake news and what real risks, those same fears, paradoxically entail leading more and more often and recklessly to refuse necessary and safe plants on our territories.
L’evento è organizzato congiuntamente dal CS e CTPI di CATANIA 2030, Commissario Straordinario per la Bonifica delle Discariche Abusive, REMTECH EXPO, Università di Catania e AIAT.
Il tema centrale dell’evento i nuovi approcci sostenibili agli interventi di bonifica e le priorità degli interventi anche alla luce delle prospettive aperte dai prossimi fondi del PNRR e Next Generation EU. Il tema delle bonifiche dei siti inquinati è uno degli aspetti principali di molti processi di rigenerazione del territorio, non solo in ambito industriale ma anche agricolo ed urbano. Nonostante se ne continui a dibattere in numerosi contesti, dopo una prima e forte accelerazione con grande dispendio di fondi per studi, analisi e procedure di caratterizzazione, le azioni di bonifica vera e propria scontano oggi ingenti ritardi che non appaiono giustificati da reali difficoltà tecnologiche ma piuttosto legati alla erronea percezione della bonifica dei siti contaminati come un rischio in termini di costi e tempi con conseguente disincentivazione dei necessari investimenti. Per garantire un’azione continua ed efficace è necessario un salto culturale basato sul presupposto che rigenerare il territorio, a partire da suoli e falde contaminate, sia una chiave irrinunciabile dello sviluppo di tutto il Paese. Come pure riuscire a mantenere una concreta rigenerazione per quei siti operativi che già da oltre un decennio operano in modalità di MISO (Messa In Sicurezza Operativa) secondo il DLgs 152/06. Accanto alla nota complessità normativa e amministrativa, il tema delle bonifiche soffre inoltre di una spettacolarizzazione degli effetti negativi, associata a una comunicazione poco efficace e ad una scarsa conoscenza dello stato di avanzamento della tecnologia unita spesso ad una miope applicazione delle norme di intervento nell’ambito del complicato processo amministrativo. Di conseguenza occorre anche attrezzare il sistema per eliminare gli ostacoli che nel rapporto tra pubblico, privati e cittadini impediscono ogni giorno di passare da propositi e proclami ad azioni che possano effettivamente dare vita al processo di rigenerazione, creare sviluppo, occupazione e maggiore fiducia nella popolazione nell’interesse delle comunità coinvolte.
L’evento è organizzato congiuntamente da CS di ECOMED - PROGETTOCOMFORT, Università di Catania, Distretto Rotary 2110 e AIAT. Il tema centrale dell’evento sarà la decarbonizzazione e l’inversione del cambiamento climatico con una rassegna degli effetti delle politiche e il ventaglio delle azioni da intraprendere a tutte le scale.
Presentazione
L'OMS ha recentemente evidenziato che vi è una diffusa, ma ancora troppo vaga e spesso “infondata” convinzione che tra i determinanti di salute vi siano alcune cause ambientali ed in particolare la (cattiva) gestione dei rifiuti. Tuttavia questa primitiva “coscienza” è spesso esasperata dai media e social media che non sempre diffondono una informazione veritiera o quantomeno completa, a cui si affianchi la reale valutazione degli effetti delle altre opzioni ed in particolare dell’opzione ZERO - spesso associata alla sindrome NIMBY - certo molto affascinante in astratto, ma frequentemente occultante una realtà ben più pericolosa. Si pensi ad un qualunque impianto di gestione rifiuti urbani o industriali: per quanto ottimizzato produrrà certamente impatti ed emissioni; ma cosa succederebbe se non ci fosse per l’ambiente e la salute? E per l’economia, e quindi per il benessere del territorio? Un caso emblematico è poi rappresentato dalle emissioni odorigene. Sebbene la sensazione olfattiva non sia sempre direttamente correlata ad effetti dannosi per la salute, si sta creando nel nostro Paese una grande e spesso eccessiva preoccupazione verso qualsiasi tipo di odore e quindi di impianto associato direttamente o indirettamente alla parola rifiuto. Ma qual è il reale riflesso in termini di salute pubblica? Quali impianti conviene fare, quanti e dove? Impatta di più fare o non fare certi impianti? E quanto? Affinché paure e sensazioni di pancia della popolazione, spesso esasperate, non prevalgano influenzando negativamente qualunque oculata programmazione nella gestione dei rifiuti è certamente necessaria una corretta gestione e attento monitoraggio degli impianti nonché il ricorso ad un’economia circolare che per essere efficace deve essere sostenibile ma occorre anche, e forse soprattutto, una informazione oggettiva e un ruolo consapevole e leale dei media tradizionali e non. L’incontro mira ad affrontare con un linguaggio semplice, meno tecnicistico ma chiaro e diretto, le principali tematiche che legano rifiuti, ambiente e salute, continuando, negli anni, un percorso informativo che garantisca alla popolazione una consapevolezza sana e scientificamente fondata e che permetta le scelte migliori per il proprio presente e soprattutto per il proprio futuro.
Presentazione
La plastica costituisce circa l’80%, dei rifiuti solidi presenti nei mari del mondo e il principale tipo di rifiuto che troviamo sulle spiagge o depositato sui fondali. A sua volta, l’80% di questi rifiuti è di origine terrestre; solo il 20% è dovuto alle attività che si svolgono sul mare: pesca, trasporti, acquacultura e navigazione. Poiché la maggior parte delle plastiche non si biodegrada in alcun modo, tutta quella dispersa in natura vi può restare e fare danni per centinaia o migliaia di anni. Usata spesso una sola volta e solo per qualche minuto, la plastica rimane in mare per periodi che vanno dai 20 anni per una busta della spesa ai 600 anni per un filo o rete da pesca. I rifiuti di plastica si frazionano e degradano molto lentamente in pezzi sempre più piccoli, raggiungendo dimensioni di qualche millimetro. Questi minuscoli residui e le microplastiche possono essere ingeriti dagli esseri viventi che sono alla base della catena alimentare. Uccelli, tartarughe, cetacei scambiano questa spazzatura per cibo e così fanno i pesci; gli stessi che poi noi mangiamo, considerandoli cibo salubre. Sulle coste del Mediterraneo vivono 150 milioni di persone, che producono tra i maggiori quantitativi di rifiuti solidi urbani pro capite: tra i 208 e i 760 Kg l’anno. Gli oltre 200 milioni di turisti che ogni anno visitano il Mediterraneo generano un aumento del 40% dell’inquinamento estivo da plastica. La presenza di intense attività umane nelle città e lungo le zone costiere, il vento, le correnti sono tutti fattori che influenzano fortemente l’accumulo di rifiuti di plastica in mare. A questi si aggiungono i rifiuti portati da fiumi come il Nilo, l’Ebro, il Rodano, il Po, i due fiumi turchi Ceyhan e Seyhan che sfociano tutti in mare dopo aver attraversato aree densamente popolate e spesso poco attente alla gestione corretta dei rifiuti. L’inquinamento da plastica costituisce anche una grave minaccia per importanti settori economici del Mediterraneo, soprattutto la pesca e il turismo. La presenza di plastica determina, infatti, minori catture (e quindi minori entrate), danni alle imbarcazioni e agli attrezzi da pesca, riduzione della domanda da parte dei consumatori (preoccupati dalla presenza di plastica nelle carni del pesce). L’inquinamento da plastica costa al settore della pesca dell’Unione Europea circa 61,7 milioni di euro l’anno. Spiagge e porti sporchi e inquinati scoraggiano il turismo, determinando la perdita di posti di lavoro e ingenti costi di pulizia.
Presentazione
Per chiudere il ciclo dell’economia circolare occorre lavorare sugli strumenti che possono dare certezza agli operatori relativamente alla qualifica di sottoprodotto dei residui di produzione che essi generano e alla cessazione della qualifica di rifiuto al termine di un processo di recupero, affinché tali materiali possano effettivamente tornare sul mercato. In tale contesto alcune iniziative e approcci come ad esempio quello della simbiosi industriale rappresentano delle vie efficaci per la chiusura dei cicli. Rimangono tuttavia alcune barriere da superare per la piena implementazione dell’economia circolare in riferimento all’end of waste che ha rappresentato uno dei principali freni all’economia circolare italiana e alla qualifica di sottoprodotto.
La nuova Legge n. 128/2019 prevede che, in mancanza di criteri specifici adottati tramite i consueti, e di fatto mai emanati, regolamenti ministeriali, le autorizzazioni per lo svolgimento di operazioni di recupero siano rilasciate o rinnovate direttamente nel rispetto delle condizioni di cui all’articolo 6 della direttiva 2008/98/CE, e sulla base di criteri dettagliati, definiti nell’ambito dei medesimi procedimenti autorizzatori. Sostanzialmente quindi si afferma che le autorità locali riprendono il potere di autorizzare caso per caso andando così a superare lo stallo che aveva messo in allarme tutto il mondo dell’economia circolare italiana a partire dalla nota sentenza del Consiglio di Stato. Rimangono tuttavia aperte non poche criticità evidenziate e rappresentate dalle imprese del settore e accolte anche dai controllori (SNPA), che riguardano in particolare le modalità di controllo (spostate in una fase ex –post e a campione) e l’eccessivo iter burocratico oltre a non essere ad oggi pienamente risolte le problematiche relative alla qualifica di sottoprodotto. Per potersi avviare verso un’economia circolare sostenibile ed efficace le imprese hanno la necessità di uno snellimento burocratico, di avere certezza dei titoli autorizzativi rilasciati dalle autorità competenti. Il convegno ha quindi l’obiettivo di evidenziare le potenzialità di applicazione offerte dal mondo della ricerca, le barriere ancora presenti e di accogliere le proposte e le istanze delle imprese, in un dibattito/confronto con le istituzioni e gli enti autorizzatori.
Presentazione
Il tema delle bonifiche dei siti inquinati è uno degli aspetti principali di molti processi di rigenerazione del territorio, non solo in ambito industriale ma anche agricolo ed urbano. Nonostante se ne continui a dibattere in numerosi contesti, dopo una prima e forte accelerazione con grande dispendio di fondi per studi, analisi e pur necessarie procedure di caratterizzazione, le azioni di bonifica vera e propria scontano oggi ingenti ritardi che non appaiono giustificati da reali difficoltà tecnologiche ma piuttosto legati alla erronea percezione della bonifica dei siti contaminati come un rischio in termini di costi e tempi con conseguente disincentivazione dei necessari investimenti. Per garantire un’azione continua ed efficace è necessario un salto culturale basato sul presupposto che rigenerare il territorio, a partire da suoli e falde contaminate, sia una chiave irrinunciabile dello sviluppo di tutto il Paese. Come pure riuscire a mantenere una rigenerazione di suolo e falde sostenibile da un punto di vista ambientale e tecnico per quei siti operativi che già da oltre un decennio operano in modalità di MISO (Messa In Sicurezza Operativa) secondo il DLgs 152/06. Accanto alla nota complessità normativa e amministrativa, il tema delle bonifiche soffre inoltre di una spettacolarizzazione degli effetti negativi, associata a una comunicazione poco efficace e ad una scarsa conoscenza dello stato di avanzamento della tecnologia unita spesso ad una miope applicazione delle norme di intervento nell’ambito del complicato processo amministrativo. Di conseguenza occorre anche attrezzare il sistema per eliminare gli ostacoli che nel rapporto tra pubblico, privati e cittadini impediscono ogni giorno di passare da propositi e proclami ad azioni che possano effettivamente dare vita al processo di rigenerazione, creare sviluppo, occupazione e maggiore fiducia nella popolazione nell’interesse delle comunità coinvolte.
Presentazione
Negli ultimi 5 anni gli investimenti pianificati nella gestione del ciclo integrato dell’acqua, distribuzione, depurazione, fognatura si sono moltiplicati. E’ però a tutti evidente come specialmente al Sud, anche come conseguenza dei cambiamenti climatici, sia necessario un livello di investimenti ulteriormente accelerato per far fronte a un sistema infrastrutturale sempre più vecchio con perdite in rete, per fare un esempio, che restano altissime, con punte del 51%. Pesano i tempi lunghi per le autorizzazioni, le difficoltà di applicazione del codice appalti, il permanere di un drammatico squilibrio tra Nord e Sud, l’esigenza di rivedere progetti spesso carenti. Le principali infrastrutture idrauliche, grandi dighe e adduttori, sono anch’esse ormai vetuste. Quasi il 50% delle grandi dighe ha una età maggiore di 50 anni; le rimanenti sono prossime ai 20 anni. L’invecchiamento e l’interrimento hanno ridotto il volume accumulabile. Appaiono, e molto, gli effetti della scarsa o assente manutenzione che comportano sempre forti aggravi dei costi d'esercizio e abbreviano, anche sensibilmente, la vita utile delle opere. Per reperire le risorse economiche necessarie alla manutenzione, al completamento e alla realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche è necessario, specialmente in Sicilia, il riordino dell’intero settore idrico e una accurata programmazione degli interventi che dovranno essere avviati in una necessaria condizione di equilibrio tra acque pubblica e acqua privata, tra consapevolezza del pubblico e accettazione sociale, intesi come processi per prendere piena coscienza dei "pro" e dei "contro" legati alla presenza e alla necessaria realizzazione di nuove opere sul territorio.
Presentazione
ll servizio idrico e, più in generale, i servizi pubblici, possono costituire il motore dell'innovazione in città sempre più “smart”. Le potenzialità di applicazione delle innovazioni nel settore idrico sono rilevanti, a partire dagli impieghi volti a migliorare la conoscenza delle infrastrutture e al loro efficientamento, fino agli aspetti legati alla tutela delle risorse naturali, all'efficienza energetica, alla salvaguardia ambientale. “L'Internet of Things e la rivoluzione dell'Industria 4.0 rappresentano un’opportunità importante per la gestione delle reti idriche e degli impianti. Serve tuttavia un forte impegno da tradurre in azioni concrete per sostenere l'innovazione e rimuovere gli ostacoli al cambiamento anche sfruttando tutte le potenzialità offerte da Industria 4.0. Nuove sfide sono rappresentate dal cambiamento climatico, dalla competizione sull'impiego della risorsa idrica, dalla attenzione ai contaminati emergenti e – presto - alle micro e nanoplastiche nelle acque; per affrontarle, servono investimenti in innovazione tecnologica e, conseguentemente, strumenti finanziari adeguati, agevolazioni e/o defiscalizzazioni che non seguano una logica estemporanea ma che si inseriscano in una strategia nazionale di medio-lungo periodo per garantire investimenti ‘qualificati' di operatori virtuosi, a tasso zero, con restituzione dell'importo attraverso un giusto riconoscimento in tariffa. Il tutto superando ostacoli antichi a partire dalle lungaggini autorizzative che frenano la tempestiva realizzazione degli interventi, soprattutto quando sono coinvolti più enti competenti.
Presentazione
La Commissione europea ha lanciato un piano d'azione dell'UE per l'economia circolare, che mira a sostenere la transizione verso un'economia in cui materiali e prodotti siano mantenuti in vita il più a lungo possibile riducendo la generazione di rifiuti e d’altra parte i rifiuti prodotti siano trasformati in modo da diventare una nuova risorsa rinnovabile così contribuendo a diminuire il ricorso a materie prime non rinnovabili. In quest’ambito, c’è grande interesse verso la valorizzazione della componente organica di rifiuti e reflui di varia origine, quali rifiuti e acque reflue urbane e scarti dell’agricoltura e dell’industria agro-alimentare. In quest’ottica, gli impianti di trattamento di rifiuti e reflui si avvieranno presto a diventare bioraffinerie industriali con la produzione di una vasta gamma di bioprodotti, biomateriali, biocarburanti e/o biocombustibili. In questa conferenza, tali prospettive saranno presentate e discusse alla luce dei risultati di alcuni progetti di ricerca e innovazione, in particolare nell’ambito del programma Horizon2020, insieme con le più avanzate esperienze che sono già attive alla scala industriale in ambito locale e nazionale.
CARENZA IDRICA - Attuazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile
L’acqua come strumento di rivoluzione culturale e innovazione tecnologica finalizzata alla creazione di un concreto modello di sviluppo sostenibile in conformità alle indicazioni dell’agenda 2030.
Un’occasione di incontro per capire come un utilizzo consapevole di risorse naturali e tecnologie abilitanti può produrre uno sviluppo economico e sociale sostenibile.
Alimentarsi meglio riducendo lo spreco alimentare, i suoi impatti, i suoi costi, ……per le famiglie, per il pianeta.
Salone dell'enogastronomia - Fiera Catania - Le Ciminiere
MOTIVAZIONI DELL’INCONTRO
Ambiente e salute: l'OMS ha recentemente evidenziato che vi è una diffusa, ma ancora vaga ed “infondata” consapevolezza che tra i determinanti di salute vi siano cause ambientali. Tuttavia questa primitiva “coscienza” è spesso esasperata dai media e social media che non sempre diffondono una informazione veritiera o quantomeno completa, a cui si affianchi la valutazione degli effetti delle altre opzioni ed in particolare dell’opzione ZERO, certo molto affascinante in astratto, ma spesso occultante una realtà ben più pericolosa. Si pensi ad un impianto di depurazione delle acque reflue ad esempio: sempre un minimo inquina e può comportare cattivi odori, ma cosa succederebbe se al suo posto ci fosse solo lo scarico fognario non trattato? Ed ancora viene spesso a mancare nell’informazione il confronto tra le diverse fonti di inquinamento, i loro benefici ed i loro effetti: pesa più una emissione industriale o il traffico veicolare sul complesso della nostra salute? E sull’economia e, quindi, sul benessere del territorio? Un caso emblematico poi è rappresentato dalle emissioni odorigene. Sebbene la sensazione olfattiva non sia sempre direttamente correlata ad effetti dannosi per la salute, si sta creando nel nostro Paese una grande e spesso eccessiva preoccupazione verso qualsiasi tipo di odore. La tolleranza verso le emissioni odorigene delle aree industriali o dei cantieri è diventata bassissima, creando non piccoli problemi a molti siti produttivi e condizionando anche lo sviluppo economico del territorio. La carenza della normativa in proposito complica ulteriormente le cose. Una corretta gestione e attento monitoraggio degli impianti e l’applicazione dei principi dell’economia circolare può fornire un grande contributo ma essenziale rimane anche una informazione oggettiva e un ruolo consapevole e leale dei media tradizionali e non. In questo contesto Università di Catania (Cutgana), AIAT e l’Osservatorio dei Rotary Club della città di Catania organizzano un incontro per affrontare con un linguaggio semplice, meno tecnicistico ma chiaro e diretto, le principali tematiche che legano salute e ambiente, iniziando un percorso che garantisca alla popolazione una consapevolezza sana e scientificamente fondata, ovvero quella che merita.
FOCUS ACQUE
Organizzatori: UNICT (Cutgana, Di3A, DIEEI) CSEI – Catania, Ordine regionale Geologi di Sicilia
Referente/i per l’organizzazione: Salvatore Barbagallo (Università di Catania/CSEI Catania) - Antonio Francesco Vitale (SIDRA) - Giuseppe Mancini (UNICT-AIAT)
FOCUS CITTÀ SOSTENIBILE
Referente/i per l’organizzazione: Giovanni Pavone (RenOlis – Siciligrassi S.p.A.) Giuseppe Mancini (UNICT-AIAT)
FOCUS RIFIUTI
Referente per l’organizzazione Loredana Caltabiano (Rotary) Maurizio D’Angelo (Rotary) Giuseppe Mancini (UNICT Rotary-AIAT)
FOCUS SALVAGUARDIA E MONITORAGGIO DELL’AMBIENTE
Referenti per l’organizzazione Ida Nicotra (UNICT) Giuseppe Mancini (UNICT- AIAT)
FOCUS ACQUE
Organizzatori: UNICT (Cutgana, Di3A, DIEEI) UNIPA, CSEI. Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, AIAT.
Referente/i per l’organizzazione: Gaspare Viviani (Università di Palermo) Giuseppe Mininni (IRSA CNR) Antonio Francesco Vitale (Sidra) Giuseppe Mancini (UNICT-AIAT)
FOCUS ACQUE
Organizzatori: UNICT (Cutgana, Di3A, DIEEI) Università di Brescia, Università Politecnica delle Marche, SIDRA, CSEI Catania, Associazione nazionale degli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio (AIAT), Ordine regionale Geologi di Sicilia
Referente/i per l’organizzazione: Carlo Collivignarelli (Università di Brescia) Francesco Fatone (Università Politecnica delle Marche) Salvo Barbagallo (CSEI Catania) Antonio Francesco Vitale (SIDRA) Giuseppe Mancini (UNICT-AIAT) Angelo Siragusa (AMAP)
FOCUS CITTÀ SOSTENIBILE
Referenti per l’organizzazione: Salvatore Alecci (AII), Giuseppe Cirelli (CSEI), Giuseppe Mancini (AIAT)
Referenti per l’organizzazione: Francesco Cappello (ENEA) - Livia Catena (GSE) - Pier Francesco Scandura (AIAT Sicilia)
FOCUS RIFIUTI
Referente per l’organizzazione Antonella Luciano (ENEA) Agata Matarazzo (UNICT) Giuseppe Mancini (UNICT-AIAT).
Organizzano: UNICT (CUTGANA, DIEEI) ENEA, AIAT
Referenti per l’organizzazione: Giuseppe Mancini (AIAT-Università di Catania) Roberta Piazza (CUrE Università di Catania)
Referenti per l’organizzazione: Francesco Cappello (ENEA) - Livia Catena (GSE) - Pier Francesco Scandura (AIAT Sicilia)
Referenti per l’organizzazione Laura Cutaia (ENEA) Giuseppe Mancini (AIAT-UNICT), Agata Matarazzo (UNICT) Claudia Lucchetti (UNIROMA3) Roberta Salomone (UNIME)
Organizzano: UNICT (CUTGANA, DIEEI) ENEA, AIAT, ROMA3, UNIME
FOCUS RIFIUTI
Referenti per l’organizzazione Margherita Ferrante (UNICT) Raffaello Cossu (IWWG) Alberto Brucato (AIDIC SICILIA) Giuseppe Mancini (AIAT)
FOCUS SALVAGUARDIA E MONITORAGGIO DELL’AMBIENTE
Referenti per l’organizzazione Marisa Meli (UNICT), Giuseppe Mancini (UNICT-AIAT), Ordine regionale Geologi di Sicilia
FOCUS SALVAGUARDIA E MONITORAGGIO DELL’AMBIENTE
Referenti per l’organizzazione Vincenzo Piccione (IRSSAT) e Francesco Cancellieri (Responsabile Area Ambiente Slow Food Sicilia)
Convegno Organizzato da Assoesco Sicilia, Associazione Nazionale Ingegneri per l'ambiente ed il Territorio e Comune di Cefalù.
Il tema cardine del convegno riguarda le moderne tecnologie per lo smaltimento dei rifiuti, e in particolare vuole affrontare il tema della digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti per la produzione di biometano. Utilizzare il rifiuto organico per produrre un combustibile rinnovabile per la mobilità sostenibile è sicuramente un'applicazione corretta dell'Economia circolare che può contribuire ad abbassare la Tassazione per i rifiuti.
Al convegno hanno partecipato Pier Francesco Scandura, Presidente della STR AIAT Sicilia, e Giuseppe Mancini, membro del Consiglio Direttivo di AIAT, con un intervento dal titolo: "La gestione siciliana dei rifiuti: tra limiti attuali e nuove opportunità offerte dalla simbiosi industriale".
Venerdì 29 giugno, ore 9:30, presso l'Aula Consiliare del Comune di Cefalù.
MOTIVAZIONI DELL’INCONTRO
La presa di coscienza dell’importanza delle problematiche ambientali ai fini della salvaguardia della qualità della vita sul nostro Pianeta, favorì, alla fine degli anni ottanta, l’istituzione nelle Università italiane dei Corsi di Laurea in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio (D.P.R. 20 maggio 1989), con l'obiettivo precipuo di formare giovani professionisti con competenze multidisciplinari, in grado sia di analizzare le questioni riguardanti le complesse dinamiche che coinvolgono le componenti ambientali e le trasformazioni territoriali, che di pianificare, progettare, gestire e manutenere le opere e gli interventi necessari a garantire lo sviluppo in armonia con la tutela dell’ambiente. Tradizionalmente, gli ingegneri per l'ambiente e il territorio hanno competenze che riguardano, soprattutto, i settori della protezione e del risanamento della qualità dell'ambiente, della difesa del suolo e del governo delle trasformazioni del territorio, rivestendo un ruolo sempre più incisivo nella risoluzione di problemi che sono all’ordine del giorno delle cronache e delle strategie di azione degli organi governativi, sia locali che nazionali, quali: il rischio idrogeologico; lo smaltimento dei rifiuti; la tutela ed il disinquinamento dei corpi idrici superficiali e del mare; la bonifica di siti contaminati; la modellistica ambientale, la valutazione di impatto ambientale e la promozione dello sviluppo sostenibile. L'evento vuole essere un'occasione di incontro tra esponenti di mondi diversi, Università, Aziende, Istituzioni, che potranno presentare agli studenti e ai laureati in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio le esperienze maturate sul campo, rendendoli partecipi delle proprie riflessioni sul futuro della specifica figura professionale e sul modo più proficuo di prepararsi all’inserimento in ambiti lavorativi. All’incontro sono stati invitati i Coordinatori dei Corsi di Studio in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio degli Atenei Italiani.
MOTIVAZIONI DELL’INCONTRO
Le nuove regole nel pacchetto della Circular Economy introdotte a inizio 2018 fissano nuovi obiettivi vincolanti da raggiungere entro il 2035. Gli obiettivi di riciclo per i rifiuti urbani si alzano al 55% nel 2025, al 60% nel 2030 e del 65% nel 2035 (oggi siamo al 42%). Lo smaltimento in discarica non dovrà superare il 10% dei rifiuti urbani prodotti. Oggi in Italia la media è del 26% e con regioni in forte ritardo: Molise (90% in discarica), Sicilia (80%), Calabria (58%), Umbria (57%), Marche (49%) e Puglia (48%). Vengono richiesti requisiti più rigorosi per la raccolta differenziata dei rifiuti e attuazione potenziata della gerarchia dei rifiuti attraverso strumenti economici e misure supplementari affinché gli Stati membri prevengano la produzione di rifiuti. Per raggiungere il target del 2035 sarà necessario che la raccolta differenziata arrivi almeno al 75% (oggi la media nazionale è del 52,5%). La Sicilia ha finalmente avviato una concreta azione per incrementare i pochi punti iniziali di RD ma attraversando le nostre strade, guardando il contenuto dei cassonetti ma anche dei bidoni per la raccolta porta a porta questi obiettivi sembrano ancora molto distanti. Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi 20 anni e cosa le scelte di oggi produrranno sul nostro territorio nei prossimi 60?. Nel frattempo che la percentuale sale cosa fare del rifiuto indifferenziato e degli scarti, certo non trascurabili, delle operazioni di selezione dei vari impianti che trattano la RD? Continuiamo a creare enormi superfici di discarica e relativo percolato da gestire per ben più dei trent'anni previsti per legge o pensiamo finalmente ad una vera gestione integrata come avviene ormai stabilmente nel Nord Italia e nel Nord Europa? O magari si pensa che tanto c’è la soluzione di inviare i rifiuti all’estero sbarazzandoci così, poco eticamente, dell’oneroso carico ma anche delle risorse economiche ad esso legate che, invece di finanziare una parte di economia nell’isola andrebbero a finanziare, con i soldi dei siciliani, impianti e aziende che qui non abbiamo avuto la forza di pianificare? E se il pubblico latita, cosa pensano i gestori privati che hanno nel tempo acquisito la necessaria competenza ma soprattutto consapevolezza che non si può andare ancora avanti a discariche? Elementi questi che dovrebbero essere alla base di un piano regionale che forse era più facile copiare che inventare. Anche quest'anno all'interno della magnifica vetrina di Progetto Confort, AIAT Sicilia (GRB), in collaborazione con l’Università di Catania, con AIAT nazionale, con l’Osservatorio dei Rotary Club di Catania e con l'Associazione Italiana di Ingegneria Chimica - Sezione Sicilia fanno il punto sulla condizione attuale e sugli sviluppi prospettici e, attraverso il confronto con altre realtà a livello nazionale ed alcuni dei principali attori del mondo dei rifiuti, evidenziano, ostinatamente, quelle poche chiare linee di indirizzo da attuare presto per avviare la Sicilia ad una gestione realmente integrata, non solo nel rispetto del territorio e della popolazione presente ma soprattutto di quella futura
FOCUS SALVAGUARDIA E MONITORAGGIO DELL’AMBIENTE
Referente per l’organizzazione Margherita Ferrante (Cutgana) Ilaria Corsi (UNISI) Giuseppe Mancini (UNICT- AIAT), Ordine regionale Geologi di Sicilia
MOTIVAZIONI DELL’INCONTRO
La Sicilia ha nel mare uno dei suoi beni più preziosi, eppure le condizioni di larga parte delle acque che circondano l’Isola sono tutt’altro che buone. Questo perché molti dei depuratori sono vecchi, talora non funzionanti o addirittura assenti. Una problematica questa che non risparmia neanche le acque interne e che sempre più sta emergendo dalle inchieste della magistratura. Più in generale lo stato italiano è oggetto di tre procedure di infrazione da parte della Corte di Giustizia europea per cattiva applicazione della direttiva 91/271/CEE, la 2004/2034 - nelle Aree Normali con più di 15.000 abitanti, la 2009/2034 – nelle Aree Sensibili con più di 10.000 abitanti e la 2014/2059 – in più di 800 agglomerati con più di 2.000 abitanti collocati sia in aree “normali” che in aree “sensibili”. Relativamente alla procedura di infrazione 2004/2034, la Commissione ha già chiesto alla Corte di Giustizia di comminare una sanzione forfettaria una tantum di € 62.699.421,40 oltre ad una sanzione giornaliera pari a € 346.922,40 (61,3 milioni di euro a semestre) per ogni giorno di ritardo. Il rischio di una seconda condanna connessa alla procedura d’infrazione n. 2004/2034, con l’irrogazione di ulteriori e pesanti sanzioni economiche è, purtroppo, estremamente realistico. La maggior parte di queste aree sono concentrate nel Mezzogiorno e nelle isole e, occorre sottolinearlo, prevalentemente in territori gestiti direttamente dagli enti locali. Con specifico riferimento alla prima procedura duole rilevare come nella Regione siciliana risulti localizzato il 63% degli agglomerati in infrazione. Le cause sono atavicamente note ma è proprio nella perpetuazione delle stesse che risiede l’elemento più grave di colpa. L’assenza per decenni di una programmazione efficace degli interventi di adeguamento e l’incuria nel mantenere almeno in dignitosa funzione le infrastrutture già a disposizione sia nel settore della depurazione che del collettamento. Con la nomina del prof. Enrico Rolle quale commissario straordinario unico per il coordinamento e la realizzazione degli interventi funzionali la Sicilia ha finalmente una grande opportunità, nel minor tempo possibile, di garantire l’adeguamento alle citate sentenze ed evitare ulteriori condanne. Nell’ambito del territorio il Commissario sarà il soggetto attuatore di circa 80 interventi che riguardano le infrastrutture fognarie e depurative di 42 Comuni della Regione siciliana del valore complessivo pari a circa 1 miliardo di euro. Quest'anno, per la prima volta all'interno della magnifica vetrina di Progetto Confort, l’Associazione nazionale degli Ingegneri per l’Ambiente e il Territorio (AIAT) e l’Università degli Studi di Catania in collaborazione con AIAT Sicilia (Gruppo Acque) e con il Gruppo Gestione Impianti Trattamento Acque in Sicilia fanno il punto sullo stato di criticità della depurazione in Sicilia e sugli sviluppi prospettici, a breve e lungo termine, attraverso il confronto con altre realtà a livello nazionale ed alcuni dei principali attori del mondo del trattamento acque, evidenziando i prossimi passi che si auspica potranno portare ad una gestione realmente sostenibile di questa preziosissima risorsa, che possa anche aiutare nel superamento dell’emergenza idrica, nel pieno rispetto del territorio e della salvaguardia della salute.
Per festeggiare la maggiore età, AIAT organizza un evento in cui importanti relatori nazionali e internazionali porteranno il loro punto di vista sul futuro dei propri ambiti di competenza.
Prendi parte alla giornata per condividere con noi idee, obiettivi e traguardi!
Un importante traguardo e al tempo stesso un punto di partenza!
CONVENTION AIAT 2017 IN SINTESI
Quando: Sabato 25 Novembre 2017
Dove: Milano, Centro Congressi della Fondazione Cariplo, Via Romagnosi, 8
Format: interventi da parte di keynote speakers nazionali e internazionali che sappiano trasmettere una visione verso il futuro del proprio tema. Momenti di spettacolo saranno un'ulteriore occasione di riflessione sui temi trattati.
Temi: quelli dell'ingegneria ambientale, come inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici, trattamento dei rifiuti, pianificazione territoriale, mobilità sostenibile, Life Cycle Thinking, cooperazione internazionale, energia sostenibile, ecc.
Target: tutti gli Ingegneri per l'Ambiente e il Territorio italiani, sia iscritti che no, e tutti gli ingegneri che lavorano nell'ambito dell'ingegneria Ambientale. Saranno coinvolte anche le sedi universitarie.
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Registrazione partecipanti alle ore 10.00
Temi trattati
Inquinamento acque, inquinamento atmosferico, strategie energetiche, cambiamenti climatici, trattamento dei rifiuti, rischio sismico e idrogeologico, pianificazione territoriale, mobilità sostenibile, Life Cycle Thinking.
Breaks
I Relatori
Antonis Mavropoulos: fondatore CEO of D-Waste e Presidente ISWA
Giulio De Leo, primo Presidente AIAT: Professore presso Biology/Hopkins Marine Station of Stanford University
Dennis Ross: Carbon management & Technologies CO2 APPS
Mario Grosso: Politecnico di Milano, Assessment on WAste and REsources
Stefano Caserini: ideatore e protagonista dello spettacolo sulle tematiche Climate Change
Kristof De Smet: Presidente ENEP - European Network of Environmental Professionals
Luca Palazzotto: Global Technical Lead of the Water and Sanitation sector for Relief International
Laura Cozzi: International Energy Agency IEA
Giovanni Tula: Head of Innovation and Sustainability - presso Enel Green Power
Giuseppe Brusasca: Arianet
Marzia Traverso: RWTH Aachen University
La presentatrice: Giuliana Ubertini
L'evento è gratuito ma per partecipare è necessario iscriversi perchè il numero dei posti è limitato.
SONO CHIUSE LE ISCRIZIONI PER RAGGIUNGIMENTO NUMERO MASSIMO DELLA CAPIENZA.
Le aziende che supportano l'evento sono:
ARIANET, CiAl, ECOPNEUS, ELECTRADE, ENEL GREEN POWER , LEAP, PROGEPITER, SOLVAY , TERNA, TETRIS CONSULTING, TÜV Italia, UNICALCE
DURANTE L'EVENTO SI SVOLGERANNO LE ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO AIAT CHE RESTERA' IN CARICA NEL TRIENNIO 2018-2020. E' POSSIBILE SCARICARE I CV E LE PRESENTAZIONI DEI CANDIDATI.
Le elezioni si terranno in 2 convocazione alle ore 10:00, presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo, Milano, (in 1 convocazione alle ore 7:00).
SARDINIA 2017 - 30° Anniversario
2-6 ottobre 2016 - S. Margherita di Pula, Cagliari
A seguito dell'incredibile successo del Sardinia 2015 - Arts Edition, che ha visto la partecipazione di 732 delegati da più di 70 paesi diversi provenienti da tutti i continenti, siamo lieti di annunciare il 30° anniversario dei Sardinia Symposia, il forum principale per la comunità scientifica internazionale dal 1987.
Sardinia 2017 promette di essere il più importante evento dell'anno nel settore del Waste Management and Landfilling. Per stare in linea con la tradizione, la 16° edizione si focalizzerà sui vantaggi delle scienza e della tecnologia all'interno del campo del Waste Management, presentando concreti casi di studio e discutendo i principali temi di controversia, condividendo esperienze tra paesi diversi e valutando le bilance sociali ed economiche.
La conferenza includerà sessioni orali e workshop specializzati per un totale di otto sessioni in contemporanea tra loro, eventi paralleli, business to business meeting, forum di discussione, un'area dedicata ai poster sempre accessibile e un ampio spazio di esposizione commerciale composto dalle aziende operanti nel settore del Waste Management. Prima dell'inizio del simposio, i training course verranno offerti da IWWG (International Waste Woring Group, nonché organizzatore del convegno).
Il Sardinia è inoltre un evento unico perché permette ai delegati di alloggiare tutti all'interno della venue, il Forte Village resort, facilitando così il networking e quindi l'incontro tra colleghi provenienti da ogni parte del mondo.
Temi:
Politiche e strategie di gestione dei rifiuti • Aggiornamenti nella legislazione • Partecipazione pubblica • Strumenti di supporto alle decisioni • Responsabilità del produttore • Soluzioni nelle grandi città • Caratterizzazione dei rifiuti per la definizione delle modalità di gestione • Nuovi concetti per la raccolta dei rifiuti • Minimizzazione dei rifiuti e riciclaggio • Trattamento biologico • Trattamenti termici e tecnologie avanzate di conversione • Pretrattamento meccanico-biologico prima del conferimento in discarica • Discarica controllata • Gestione integrata delle acque reflue e dei rifiuti solidi • Gestione dei rifiuti e cambiamenti climatici • Gestione dei rifiuti nei paesi in via di sviluppo • Scienze Forensi nel settore ambientale
ABSTRACT:
Gli abstract devono essere sottomessi non più tardi del 1 Marzo 2017, seguendo le dettagliate istruzioni presenti al seguente link:
http://www.sardiniasymposium.it/abstract-form
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:
EUROWASTE srl / via B. Pellegrino, 23 / 35137 Padova (IT)
t +39 049 8726986 / info@eurowaste.it / www.eurowaste.it
Sito ufficiale del Simposio: www.sardiniasymposium.it
Grazie alla convenzione tra AIAT e l'organizzazione del Sardinia Symposium per i soci AIAT è possibile avere il 10% di sconto sulla quota di iscrizione. Chi fosse interessato ad iscriversi faccia richiesta del codice da inserire per accedere allo sconto all'indirizzo segreteria@ingegneriambientali.it.
A un neolaureato in cerca di prima occupazione è data la possibilità di partecipare senza dover versare la quota di iscrizione al convegno. Gli interessati a prender parte gratuitamente al convegno dovranno inviare il proprio CV all'indirizzo segreteria@ingegneriambientali.it entro il 30 giugno 2017. La persona che sarà selezionata dovrà al termine del convegno redigere un articolo in cui riporterà i contenuti salienti e gli eventi principali. L'articolo sarà pubblicato sul periodico AIAT Ingegno Ambientale.
L'articolo dovrà essere consegnato in formato word entro una settimana dal termine del convegno, dovrà essere di due pagine (carattere times new roman 12) e dovrà esser corredato di 4-5 foto, immagini e/o grafici che dovranno essere forniti a parte ciascuno in formato jpg e della dimensione di almeno 150 Kb l'uno.
Chiediamo inoltre gentilmente a chi dovesse iscriversi al convegno di inviarcene comunicazione alla casella segreteria@ingegneriambientali.it . Questo ci aiuterà ad avere la percezione di quanto le occasioni che offriamo a voi soci rispondano alle vostre esigenze e ci aiuterà dunque a migliorare sempre le attività proposte.
Modena 6-7 giugno - Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari" - Sala Eventi Tecnopolo Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Presso il Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari" di Modena sono attivi corsi di laurea nell'area dell'Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio: il corso di Laurea in Ingegneria Civile e Ambientale e il corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per la Sostenibilità Ambientale. Gli argomenti trattati in questi corsi di laurea sono fortemente legati alle attività di ricerca di base e applicata svolte dai docenti e dai loro collaboratori sia interni che esterni all'Università.
AIAT Patrocina la III edizione di questo Convegno in cui sarà offerto un aggiornamento delle ricerche e delle applicazioni più significative e con un forte impatto sul territorio locale e nazionale, svolte dai docenti e ricercatori del corso di laurea, da Enti territoriali e da importanti Società che operano nel settore ambientale, nonché aziende sensibili a tematiche di sviluppo sostenibile.
L'incontro è rivolto ad enti pubblici e privati, aziende, docenti, ricercatori e studenti coinvolti in tematiche ambientali di sviluppo sostenibile e si inquadra nell'ambito dei progetti di alternanza scuola-lavoro.
Le tematiche che saranno trattate sono: